Citomegalovirus: è utile fare l’esame?

Il citomegalovirus (CMV) può manifestarsi in persone di qualsiasi età, soprattutto nei bimbi che hanno meno di tre anni. Il virus resta nel corpo per tutta la vita, e di tanto in tanto può tornare con delle reinfezioni. Se viene contratto da una donna incinta, è a rischio di contagio anche il feto, ma raramente ciò comporta una malattia fetale. Come individuare il citomegalovirus?

L’infezione data dal virus non è sintomatica. Per accertarsi della sua presenza bisogna dosare gli anticorpi (anti-CMV) attraverso un prelievo di sangue. Tuttavia i medici non ritengono quest’esame utile e raramente lo prescrivono a una futura mamma. Vediamo perché.

Citomegalovirus in gravidanza, sconsigliato il test.

Gli studiosi non suggeriscono il test, ritenendolo poco importante per una serie di motivi.

  • Non è detto che l’infezione della mamma sia stata passata al piccolo.
  • Anche se il feto dovesse contrarre il virus, la percentuale dei possibili danni fetali è del 3-6%.
  • L’esame difficilmente rileva se la mamma lo ha contratto per la prima volta o si tratta di una reinfezione. Nel secondo caso non ci sono rischi per il nascituro.
  • Solo un’amniocentesi, dopo la 21a settimana di gravidanza, può stabilire un infezione nel feto. In ogni caso, a questo punto non è contemplabile l’aborto.
  • Il citomegalovirus non può essere curato con efficacia durante la gravidanza.

Infine – dato che il test non da nessuna informazione utile – i medici desiderano evitare che la futura mamma entri in ansia o ipotizzi un’interruzione di gravidanza.

Il tuo ginecologo ha il dovere di informarti sul virus e tu il diritto di sottoporti o meno al test. Che ne pensi? Ti è già capitato di eseguire il test anti-CMV?

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