Partorire naturalmente o con cesareo

Michel Odent disse: “Nessun processo fisiologico può essere migliorato: può essere solo disturbato”
Chi governa questo delicato sistema? Una combinazione meravigliosa, intricata e bilanciata di ormoni. La loro sottile e complessa interazione, i loro livelli in continuo cambiamento all’interno delle fasi del travaglio sono uno degli aspetti più affascinanti della nascita. Quattro categorie ormonali collaborano tra loro: prostaglandine (agiscono sulle cervice preparandola, ammorbidendola e assottigliandola), ossitocina (l’ormone dell’amore: regola le contrazioni e permette il fenomeno dell’innamoramento tra madre e bambino), adrenalina (l’ormone della paura: rende più forti, aumenta i battiti cardiaci, dà la carica ma, contemporaneamente, eccessivi livelli di adrenalina frenano il travaglio) e le endorfine (i nostri analgesici naturali: tanta più ossitocina abbiamo in corpo e quindi avvertiamo forti contrazioni, tante più endorfine produciamo che ci proteggano dal dolore. Sono gli ormoni che fanno addormentare la mamma tra una contrazione e l’altra).

Questo è il parto spontaneo o parto vaginale o naturale che dir si voglia: madre natura ha creato un corpo femminile con un apparato riproduttivo in grado di concepire, creare e partorire un bambino; tutto ciò è governato da un equilibrato sistema ormonale che vuole anche proteggere la madre dal dolore per permetterle di dimenticare e di rivivere altre volte il momento del parto(sopravvivenza della specie).
La società moderna, i ritmi incalzanti e frenetici, la paura per il dolore e lo sconosciuto, il bisogno di certezze…tutti elementi che hanno aumentato, soprattutto nelle culture occidentali, la richiesta di una forte medicalizzazione del parto per la rimozione prima di tutto della componente dolorosa e poi del rischio.

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