Glossario gravidanza

 

Aborto spontaneo

interruzione spontanea della gravidanza entro la 25 settimana. Negli ultimi anni, grazie ai numerosi progressi in ambito della terapia intensiva neonatale, tale limite è stato “idealmente” anticipato alla 22 settimana o nel caso in cui ci sia un feto con un peso superiore o uguale a 500 grammi.  Le cause dell’aborto spontaneo non sono attribuibili a comportamenti a rischio materni, ma generalmente si tratta di una sorta di selezione naturale, ovvero il feto è affetto da gravi malformazioni incompatibili con la vita.  Non preclude nessuna successiva gravidanza con esito positivo.

Amenorrea

assenza del ciclo mestruale. Si può utilizzare in alternativa per indicare l’epoca di gestazione: ad esempio, 34° settimana di amenorrea.

Amniocentesi

si tratta di una tecnica di diagnosi prenatale invasiva. Si effettua a 16 settimane e prevede ambulatorialmente il prelievo di circa 20 cc di liquido amniotico attraverso l’addome materno. Serve per analizzare il patrimonio genetico del feto: infatti, all’interno del liquido, sono contenute cellule di sfaldamento del bimbo che, messe in coltura, mettono in evidenza l’eventuale presenza di anomalie cromosomiche.

Annessi fetali

sono quelle strutture che si creano in gravidanza per nutrire e accogliere l’embrione prima e il feto poi. Esse sono: placenta e sacco amniotico, liquido amniotico e funicolo o cordone ombelicale. La prima ha una parte spugnosa che penetra all’interno della parete uterina, dai cui vasi sanguigni trae nutrimento per il bimbo, e una parte membranosa che contiene bambino, liquido e funicolo: si tratta appunto del sacco amniotico, ovvero 2 membrane sottili e sovrapposte che, come un sacco, custodiscono la gravidanza fino al suo termine. il funicolo è il collegamento tra placenta e bambino, mentre il liquido è il suo habitat fino alla nascita.

Apgar

si tratta del punteggio inventato da Virginia Apgar da attribuire al neonato al momento della nascita, e più precisamente dopo un minuto di vita e dopo 5 minuti. Questa valutazione comprende 5 voci, ciascun delle quali può avere un punteggio da 0 a 2: frequenza cardiaca, attività respiratoria, eccitabilità (presenza di pianto e riflessi), colorito e tono muscolare. Se la somma delle singole voci è superiore o uguale a 7, si tratta di un bambino che sta bene; se compresa tra 4 e 6 è un neonato che necessita di un supporto per adattarsi al mondo extra uterino; se inferiore a 4 sono necessari importanti manovre rianimatorie (compreso l’utilizzo dei farmaci) per aiutare il piccolo.

Cardiotocografia

anche chiamato monitoraggio fetale o non – stress test. Valuta il benessere fetale e l’eventuale presenza di attività contrattile uterina attraverso l’utilizzo degli ultrasuoni (quindi è una pratica assolutamente indolore per madre e feto). Posizionando 2 sonde sull’addome materno, infatti, viene registrato per almeno 20 minuti il battito cardiaco fetale (bcf) e la presenza di contrazioni. Viene effettuato come controllo del benessere fetale in travaglio o come pratica di routine se la gravidanza va oltre il termine.

Colostro

le prime secrezioni che dopo il parto (o, per alcune donne, anche durante le ultime settimane di gestazione) vengono emesse dal capezzolo sono di colostro, una sostanza giallo paglierino ricchissima di zuccheri. Questa costituisce il primissimo nutrimento del neonato. Perché ricca di zuccheri? In modo da prevenire le crisi ipoglicemiche del bambino (abbassamento eccessivo degli zuccheri nel sangue). Infatti, alla nascita, il neonato deve adattarsi all’ambiente esterno: deve termoregolarsi, deve compiere atti respiratori regolari. Coordinare tutte queste funzioni, indispensabili per il suo benessere, comporta un dispendio energetico. Il colostro è la fonte supplementare di questa energia che gli permette di evitare l’ipoglicemia. È quindi importante attaccare precocemente al seno il nuovo nato: entro le due ore dalla nascita, infatti, il bimbo è attivo; successivamente ve incontro a un periodo di 18–24 ore di sonno per recuperare la fatica e lo stress causati fisiologicamente dal parto.

Cordone ombelicale

o funicolo, collega la placenta con il bambino. È formato da 3 vasi sanguigni: una grossa vena che porta il sangue dal bambino alla madre (ricco di scorie e sostanze di scarto) e 2 arterie che portano il nutrimento dalla madre al bambino. Alla nascita viene reciso, più o meno precocemente, e termina la sua funzione con la placenta.

Datazione

cfr. trimestri di gravidanza

Epidurale

si tratta di una forma di analgesia del travaglio che prevede l’inserimento di un cateterino molto molto sottile a livello spinale che consente un’infusione continua o a boli di anestetici locali che non creano danni al nascituro. Si tratta di un travaglio – parto estremamente medicalizzato.

Episiotomia

piccolo taglio effettuato dall’ostetrica o da chi assiste al parto per via vaginale a livello del perineo. Questa manovra è un vero e proprio atto chirurgico (taglio di muscoli) che non necessita del consenso della donna e viene eseguito per accelerare la nascita. A livello di OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è giustificata solo ed esclusivamente per ragioni fetali, ovvero necessità di intervenire velocemente per problemi del feto (ad esempio soffrenza). Non viene ormai più eseguita di routine, ma si cerca di limitarne l’utilizzo alle vere indicazioni.

Funicolo

cfr. cordone ombelicale

Liquido amniotico

l’habitat del feto fino al concepimento. È composto per il 90% da acqua più cellule di sfaldamento, sali, vernice caseosa, e altre sostanze. Al termine della gravidanza raggiunge circa un litro, è trasparente, ma con un odore molto particolare e acre. Quando il sacco amniotico si rompe (generalmente al termine della gravidanza), la prima parte a fuoriuscire è proprio il liquido amniotico: ecco perché popolarmente si parla di “rottura delle acque”.

Meconio

si tratta delle prime feci del neonato. Sono il prodotto di scarto della sua vita intrauterina che stazionano all’interno del suo intestino fin dopo la nascita. È importante che vengano eliminate nei primi giorni di vita del neonato. Hanno un colore verdone scuro, sono molto pastose e filiformi, difficili da rimuovere, inodori. Quando il neonato inizia ad alimentarsi, aumenta la peristalsi (il transito) intestinale favorendone l’eliminazione e, con l’arrivo del latte, cambia anche le feci: cominciano ad essere prodotte le cosiddette feci da latte. Molto differenti dal meconio, sono l’esito della fermentazione dei grassi, quindi odorose, di colore giallognolo, simili ricotta (se l’allattamento è materno). Non sono consistenti, ma semi liquide per facilitarne l’eliminazione.
Se in utero c’è stato un momento provvisorio di carenza di ossigeno da parte del feto, l’intestino, finora statico, non in movimento, si mette in moto ed elimina precocemente il meconio: questa è la causa del liquido amniotico tinto. A seconda di quanto meconio viene eliminato e quindi diluito nel liquido, si avrà un grado più o meno intenso di colore verde. È appurato che liquido tinto non significa obbligatoriamente che il bambino sta male, si può tranquillamente monitorare il suo battito e procedere ad un travaglio e un parto spontaneo.

Monitoraggio fetale

cfr. cardiotocografia

 

Montata lattea

dopo circa 48-72 ore dal parto, il seno diventa più turgido, più pieno, dolente. Si tratta dell’ arrivo del latte. Non a tutte le donne si manifesta in ugual modo e in egual tempo, ma a tutte, se il bimbo viene attaccato correttamente al seno, arriva. Perché? L’arrivo del latte è la risposta ormonale ad uno stimolo: la suzione. Infatti, il bimbo succhiando stimola l’ipofisi materna che, di tutta risposta, mette in circola la prolattina, l’ormone responsabile della produzione di latte.

Ossitocina

l’ormone “dell’amore”. È infatti così che una donna lo conosce fuori gravidanza. Durante il travaglio, invece, è l’ormone che permette all’utero di contrarsi e quindi innescare il meccanismo del parto. Viene secreto dall’ipofisi e solo quando è il momento: molte sono le ipotesi, ma la più plausibile è che sia il feto a dare il segnale al cervello materno di iniziare secernere l’ossitocina per poter innescare il travaglio.

Parità

si parla di parità di una donna relativamente alla sua storia ostetrica. Si indica con P e una serie di 4 numeri partendo dallo 0. Con un esempio è più semplice comprendere. P0000: partendo dal numero più vicino alla lettera P, il primo 0 significa il numero di gravidanze portate a termine dalla donna, il secondo le gravidanze conclusesi prima del termine (parti pre – termine), il terzo il numero di aborti avuti (spontanei o volontari), l’ultimo il numero di figli viventi.
Due termini sono particolarmente utilizzati: nullipara, ovvero colei che non ha ancora mai partorito, e pluripara, termine generico che indica una donna che ha già partorito almeno una volta. Si può indicare il numero di parti di questa donna indicandola come secondipara, terzipara e via dicendo.

Perineo

si tratta dei muscoli ultimi implicati nel meccanismo del parto. Dislocati su più strati tra l’ostio vaginale e l’ano, sostengono, fuori gravidanza, tutti gli organi pelvici (vescica, utero e retto) evitandone il prolasso; in gravidanza aumentano il peso da sostenere con il feto e i suoi annessi. Possono subire soggettivamente lacerazioni spontanee durante il parto oppure il taglio dell’episiotomia o nessun danno, a seconda della loro elasticità, del peso del neonato, di forza e tempi di spinta.

Placenta

si tratta di uno degli annessi fetali. È il canale di nutrimento, interscambio tra madre e feto. Evita che sangue materno e quello fetale entrino in contatto, ma permette al feto di scambiare con la madre le sostanze nutritive  con quelle di scarto. Evita il passaggio di numerosi agenti infettivi (si parla appunto di barriera placentare) ma ne lascia passare altri. Si sviluppa con la gravidanza e termina la sua funzione con la nascita. Viene espulsa al momento del parto (cfr. SECONDAMENTO). Diverse patologie della gravidanza possono essere associate a cause placentari e quasi sempre si manifestano con sanguinamenti anomali.

Ragadi

si tratta di una “patologia” dell’allattamento materno. Se il bambino non si attacca correttamente al seno, prendendo nella sua bocca non solo la punta del capezzolo, ma anche buona parte dell’areola (la parte marrone che circonda il capezzolo), allora con estrema probabilità la donna andrà incontro a un taglio più o meno profondo proprio sul capezzolo stesso. È estremamente doloroso, soprattutto perché si tratta di una mucosa tagliata che va comunque incontro ad un’azione cui non è solito, la suzione da parte del bambino. Guarisce con molta lentezza perché resta molto a contatto con il bagnato e quindi la lesione cicatrizza con difficoltà. Visti i lati negativi…meglio prevenirle attaccando correttamente il neonato fin dalla prima volta.

Secondamento

si tratta della fase del parto in cui viene espulsa la placenta. Può avvenire dai 5 minuti alle 2 ore dopo la nascita. Questa struttura spugnosa da un lato e membranosa dall’altro, trascinata dal funicolo, deve essere eliminata completamente dal corpo materno: la ritenzione di materiale placentare può portare a complicazioni quali infezioni o emorragie post partum.

Transnucenza nucale (NT)

si tratta di una metodica non invasiva di diagnosi prenatale. Alla 12° settimana, viene misurata, attraverso l’utilizzo dell’ecografia, lo spessore della plica nucale del feto. Si è potuto infatti constatare che i feti affetti da sindrome di Down hanno una plica nucale notevolmente spessa. La positività a questo test diagnostico, fa si che vengano eseguiti accertamenti successivi (di solito il prelievo dei villi coriali per una maggiore precocità)

Trimestri di gravidanza

normalmente la gravidanza dura 40 settimane (280 giorni). Si calcola dall’inizio dell’ultimo ciclo mestruale (U.M.) e si arriva in questo modo a stabilire un’epoca presunta parto (E.P.P.). Si suddivide, inoltre, in 3 trimestri: dal concepimento alla 12° settimana, dalla 13° alla 27° e dalla 28° al termine.
In base al trimestre di gestazione, variano lo sviluppo embrionale (primo trimestre) e fetale (dal secondo in poi), le modifiche a carico del corpo materno, i controlli da eseguire…. È importante una corretta datazione della gravidanza fin dall’inizio: se ciò non è fattibile per cicli mestruali irregolari, ci si avvale dell’ecografia. Infatti, entro la 12 sett. tutti gli embrioni crescono in egual misura: se c’è discrepanza con la datazione in base al ciclo, si “corregge” con i dati forniti dall’ecografia.

Vernice caseosa

possiamo definirla la “crema idratante” del feto che protegge la sua cute dalla macerazione durante la sua permanenza a mollo nel liquido amniotico. È una sostanza molto grassa e spessa aderente alla pelle del feto che si consuma man mano che la gravidanza volge al termine. I nati pretermine, infatti, hanno ancora la cute ricoperta da questa vernice; al contrario, invece, i nati oltre il termine (i veri nati oltre il termine!) hanno la pelle raggrinzita, senza vernice, molto simile a quella di una persona rimasta per lungo tempo immersa nell’acqua calda.

Villi coriali prelievo

la seconda metodica di diagnosi prenatale invasiva. Eseguita a 12 settimane, va a prelevare alcune cellule dei villi coriali, i predecessori della placenta vera e propria. Queste cellule, in coltura, esattamente come l’amniocentesi, sviluppano il loro corredo cromosomico evidenziando, se presenti, delle anomalie. Viene eseguita in un’epoca di gravidanza più precoce rispetto all’amniocentesi e ha un tasso di abortività del 4% rispetto all’1% dell’altra tecnica.

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